Dal musical My Fair Lady. Fonte immagine Wikipedia
Lerner e Loewe: i musical più famosi e le canzoni più belle degli anni di My Fair Lady.
Intorno agli anni ’40 arrivò a Broadway un’altra promettente coppia di autori di musical formata dallo scrittore e liricista Alan Jey Lerner e dal compositore di origine viennese Frederick Loewe, le cui origini influenzarono di molto la loro produzione, generando un filone di teatro musical prettamente operistico.
I primi musical e il successo con Brigadoon
L’inizio non fu dei migliori con un musical dal titolo What’s Up? che passò inosservato. La coppia iniziò a brillare con The Day Before Spring nel 1945, ma il vero successo arrivò nel 1947 con Brigadoon, delicata e gradevole musical-favola ambientata tra l’America contemporanea e le Hightlands scozzesi del 1746.
La trama del Musical Brigadoon
La storia inizia in Scozia dove due amici americani decidono di concedersi una vacanza. Durante un’escursione si perdono tra fitte nebbie e si trovarono a Brigadoon paese incantato, dove gli abitanti sembravano essere rimasti fermi ad un’epoca remota. Il paese appare e scompare una volta ogni cento anni. I due si innamoreranno di due ragazze del luogo e sarà forte l’indecisione: restare a Brigadoon o tornare a New York?
Le canzoni più famose di Brigadoon e la versione del cinema
La score contiene brani in stile folk scozzese, insieme ad ariose ballate romantiche di cui Come To Me, Bend To Me, arricchite talvolta di spunti jazz come Almost Like Being In Love ripreso anche da star come Frank Sinatra.
Eccezionali le coreografie di Agnes de Mille, piene di energia e mascolinità specie nei numeri scozzesi.
Nel 1954 ne sarà prodotta la versione cinematografica per la regia di Vincent Minnelli, interpretata da Gene Kelly, Cyd Charisse e Van Johnson.
Il musical My Fair Lady: debutto e trama
Nel 1956 Lerner e Loewe si misero alla prova con il loro massimo capolavoro: My Fair Lady, ispirato al testo teatrale Pigmalione di George Bernard Shaw di cui viene modificato e alleggerito il finale con una vena di tenero romanticismo. A sua volta questo testo era tratto dalla leggenda di Pigmalione narrata nelle Metamorfosi di Ovidio.
La trama racconta le vicende di Eliza Dolittle, povera e rozza giovane fioraia di Londra che, in seguito ad una scommessa fatta dal professor Higgins con un suo amico, il colonnello Pickering, diventa un’affascinante lady, osservante delle buone maniere e della perfetta dizione inglese.
Higgins, che è infatti un esperto di fonetica, istruisce poco a poco la ragazza, capace solo di parlare il dialetto popolare. Le prime lezioni sembrano faticose per l’ottusità dell’allieva e il duro cinismo dell’insegnante, ma alla fine Eliza è pronta per debuttare in società con risultati sorprendenti.
Nel frattempo la giovane s’innamora del suo insegnante, ma questi la rifiuta. Nonostante un giovane e bel pretendente si offra di sposare Eliza, lei sceglie il suo amore per Higgins che, alla fine, capisce di ricambiare e di non poter vivere senza di lei.
My Fair Lady: le canzoni più belle
Lo spartito è ricco di canzoni che hanno fatto la storia del genere, dalle più sognanti come I Could Have Dance All Night e Wouldn’t It Be Lovely, alle più determinate Show Me e Just You Wait.
Per il cinico Higgins, interpretato da R. Harrison, furono create delle speciali canzoni da attore-cantante con un’estensione limitata, ma molto basate sul recitar cantando, con una particolare cura della scansione ritmica delle parole e del loro significato come Why Can’t The English e I’ve Grown Accustomed To Her Face.
Sposalizio perfetto delle canzoni di Lerner & Loewe con il testo di Shaw nel primo atto, il secondo sfocia maggiormente nel romanticismo della Broadway anni ’50. L’obbligo in quel periodo storico era alleggerire i temi ed essere il più ottimisti possibili.
Il pubblico e la critica gradirono e lo show fu proposto per ben 2717 repliche, vincendo sei Tony Award.
La versione del 1964 vide nei panni di Eliza una giovane Audrey Hepburn che offrì un’incantevole performance scenica ma fu doppiata da Marni Nixon: questo a conferma del fatto che, non sempre, il grande talento può coprire tutte le funzioni che il musical e il teatro musicale richiedono.
My Fair Lady venne rappresentato in tutto il mondo, raccogliendo ovunque consensi entusiastici ed accettando alle volte la traduzione dei testi nella lingua locale, pur con gli ovvi problemi di adattamento sonoro, linguistico e culturale.
Il musical cinematografico “Gigi”
Nel 1958 la coppia Lerner e Loewe lavorò ad un musical cinematografico dal titolo Gigi, ambientato nella Parigi della Belle Epoque con regia di Vincent Minnelli. La versione filmica riscosse così tanti consensi e riuscì così bene che il tentativo di riprodurlo fedelmente, e con lo stesso successo, in teatro nel 1973 non fu possibile. Un brano su tutti per ricordare questo spettacolo è The Night They Invented Champagne.
Il musical Camelot e gli ideali di democrazia
L’ultima fase di collaborazione della coppia portò alla messa in scena di Camelot, nel 1960, in cui si tenta di riunire il cast di My Fair Lady, per cercare di mantenere le aspettative create dal successo precedente. L’operazione riuscì solo in parte ma, la trama basata sulle ormai note vicende di Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda, con al centro il triangolo amoroso tra Ginevra, Re Artù e Lancillotto, ottenne una discreta accoglienza. Una favola dolce e amara al tempo stesso, che commosse.
La score è una delle più struggenti della coppia, ma trova anche dei buoni momenti di humour e vigore in alcuni brani corali. Camelot segnò tra le altre cose il debutto a Broadway di Richard Burton nei panni di Re Artù, ruolo che gli permise di vincere un Tony Award.
Lo show detiene anche il record per i costumi più costosi utilizzati in un musical a Broadway e, nel cuore degli americani, questo spettacolo resterà per sempre come quello che più di ogni altro rappresentò la presidenza Kennedy. Era evidente infatti il parallelismo tra gli ideali democratici di Kennedy e quelli di Re Artù.
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